“Sono approdato davanti al ‘radar’ e allo scrittoio in legno di Scilla di Massa, sentendomi in condizioni proprio non buone, una prima e una seconda volta a distanza di mesi. Nel primo caso il mio fegato richiamava attenzioni a gran voce; nel secondo venivo da una pesante intossicazione dovuta ai materiali che utilizzo nel mio lavoro di pittore, intossicazione aiutata anche da stress, fragilità pregressa ai bronchi, eccessiva preoccupazione per gli altri, congiunti stretti o abitanti del Pianeta in generale. Con il primo consulto sono stato ‘messo in pista’ non con un colpo di bacchetta magica ma secondo un programma che ha considerato inizialmente ciò che Scilla chiama ‘la preparazione del terreno’: in un paio di mesi sono stato meglio e ho percepito la conquista di un importante gradino. Al successivo giro ero pesantemente provato, anche perché non mi ero potuto concedere di fare il malato: avevo dovuto lavorare comunque per consegnare e raggranellare. In questo caso un tocco magico c’è stato, e insieme a trattamenti che avrebbero coperto un arco di tempo lungo ho ricevuto un sostegno immediato molto efficace. Per cui ho potuto tener botta più che dignitosamente. Di Scilla mi ha colpito l’unione fra competenza in fatto di rimedi e sensibilità verso chi ha di fronte, una sensibilità che sarebbe forse meglio definire sensitività. Mi rivolgo a lei con tranquilla fiducia. Io, come paziente, devo invece migliorare” M.F, 64 anni, pittore e scrittore
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